C’era una volta un Forte…

Il centro sociale Forte Prenestino. Il CSOA Forte Prenestino è un Centro Sociale Occupato Autogestito di Roma. Ha sede, dal 1º maggio 1986, nell’antico Forte Prenestino, nel quartiere di Centocelle. Nel 2012 festeggia i suoi 26 anni di attività, sia politica che sociale, come uno dei centri sociali più antichi di Roma, il più conosciuto in Italia e uno dei più grandi d’Europa.

L’entrata nel centro sociale avviene attraverso un ponte levatoio che rimane fisso durante tutto l’anno. Le peculiarità dell’edificio è la presenza di numerose camere e tunnel sotterranei in cui vengono organizzate mostre e attività. Tra i due edifici, che formano il centro sociale vero e proprio, sono presenti due grandi piazzali nei quali, durante l’estate, sono costruiti palchi e in cui si svolgono eventi. Nel centro sociale sono attivi più di 20 laboratori, si portano avanti innumerevoli progetti e si riuniscono molti e differenti collettivi. All’interno del Forte e nel Parco che lo circonda vivono un vasto numero di persone in autogestione.

Il campo trincerato di Roma. La città di Roma è circondata da 15 forti o ex-forti militari, oggi inclusi nel tessuto urbano, costruiti nella seconda metà dell’Ottocento per creare un sistema difensivo (chiamato campo trincerato di Roma) e una cintura protettiva alla nuova capitale del Regno. Il Forte Prenestino fu costruito tra il 1877 e il 1891, ma come le altre strutture fu quasi subito sottoutilizzato e poi definitivamente abbandonato.

Nel dicembre del 1976 il sindaco di Roma Argan chiede al Ministero delle Finanze la cessione delle aree degli ex forti militari per adibirli a verde pubblico e a servizi di quartiere. Il 28 aprile 1977, dopo lunghe trattative, viene effettuata la consegna al Comune di Roma dell’ex Forte Prenestino di proprietà del Demanio dello Stato, il quale, con atto del 13 agosto 1987, citerà poi il Comune per il pagamento delle indennità di occupazione e si instaurerà così un contenzioso giudiziario tra l’amministrazione finanziaria dello Stato e il Comune di Roma, inadempiente nei suoi confronti. Il 27 Aprile 2009 il Sindaco di Roma Gianni Alemanno dichiara che il Comune è definitivamente entrato in possesso di 3 dei rimanenti forti di Roma, compreso il Forte Prenestino e dichiara di non essere a conoscenza dello svolgersi di attività socio-culturali, ignorando 26 anni di impegno politico e di produzione artistica.

L’occupazione del Forte.  Il 1° maggio del 1977 -come dimostrano le foto d’epoca esposte- il Forte Prenestino viene occupato dagli abitanti del quartiere per manifestare contro il suo stato di abbandono e degrado. Nonostante tutto, per altri nove anni questa rimarrà la sua condizione.

Il 1º maggio del 1986, in occasione della Festa del non lavoro (organizzata già dal 1983 negli spazi del parco pubblico attiguo al forte), alcuni giovani del quartiere di Centocelle occupano il Forte Prenestino. Questo, una struttura di circa 13 ettari, composta da molti ambienti e di grandi spazi verdi, all’inizio dell’occupazione si presenta come una vera e propria discarica abusiva poiché per molti decenni era rimasto inutilizzato e abbandonato, nonostante la sua collocazione in un quartiere ad alta densità abitativa. Grazie al grosso lavoro di ristrutturazione e di adattamento degli spazi svolto dagli occupanti, questa struttura diventa socialmente vivibile.

Il centro sociale, sin dalla sua apertura, attraverso l’autogestione e l’autoproduzione, sperimenta, progetta e realizza moltissime iniziative culturali, politiche e sociali, aggregando intorno ai propri progetti settori molto vasti e variegati della popolazione cittadina.

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Mostra fotografica realizzata in occasione del 1° Maggio 2012

Foto originali del Primo Maggio 1977 per gentile concessione di: Luigi Sabbatini

Remake fotografici realizzati nel corso dei preparativi del Primo Maggio 2012 da: Asia Abbatangelo, Michele Curci, Alessandra Mastroserio, Anna Laura Dilauro, Francesco “Franzo” Capocasale.

Testi scritti dagli occupanti del C.S.O.A. Forte Prenestino

 

2 thoughts on “C’era una volta un Forte…

  1. Ciao, Alessandra…
    ti rispondiamo, non tanto come membri del Trauma Studio quanto come simpatizzanti del Forte Prenestino. Tutti al Forte abbiamo apprezzato le foto del 1977 e ci siamo detti “Guarda com’era!”. Ma rispetto al tuo disappunto per i graffiti, la street-art e le opere sui muri della fortezza ti volevamo far presente un punto di vista alternativo: un centro sociale è un centro nevralgico che promuove attività socio-culturali, un luogo di aggregazione principalmente giovanile e spesso un posto che da spazio all’espressione artistica, soprattutto nella arti contemporanee in via di affermazione. Capisco che i risultati possano essere più o meno felici a seconda del caso e del gusto personale. E concordiamo sul fatto che non tutti sono Jean-Michel Basquiat (che cominciò sui muri per finire poi nei musei), ma ti ricordiamo che molti sono ragazzetti di 18-20 anni, che non avrebbero altro modo/luogo in cui esprimersi, confrontarsi o affermarsi.
    Inoltre ti volevamo far presente che il Forte in questione era abbandonato (e via via sempre più fatiscente e danneggiato dall’incuria e dagli elementi atmosferici) sia fino all’occupazione simbolica del 1977, sia nei nove anni che sono intercorsi da quella all’occupazione “definitiva” del 1986. La maggior parte degli altri forti di Roma (il campo trincerato di Roma ne contava ben 14, non tutti grandi come il Forte, ma quasi…) sono tutt’ora semi crollati, interrati o in stato di abbandono, salvo pochi casi. Quindi è da apprezzare che con 30 anni di anticipo sulle istituzioni gli occupanti lo abbiano restituito alla collettiva, utilizzato produttivamente, mantenuto, riparato, custodito e investito in attività sociali e culturali fruibili da tutti. Ogni lavoro di consolidamento (tratti di fogna crollati, radici e piante che rischiavano di spaccare muri, disinfestazioni cicliche dai topi, ecc) e ogni lavoro di miglioria (impianto elettrico e illuminazione su 9 ettari e 3 piani, ecc) sono state fatte dagli occupanti del Forte, attenti al fatto che ogni modifica o costruzione fosse temporanea e che non alterasse il valore storico della struttura.
    Infatti anche i graffiti e le opere pittori realizzate su pietra e tufo, oltre che conservarlo dall’inesorabile sbriciolarsi/consumarsi degli stessi, sono alterazioni che si possono eliminare con il semplice passaggio di una sabbiatrice, come puoi vedere nel pub ristrutturato 2 anni fa e le cui mura sono state riportate all’aspetto originale. Se poi il tuo disappunto era legato solo alla valenza artistica (o alla sua mancanza) ricordiamoci che ciclicamente i disegni e le opere vengono sostituite, salvaguardando solo i più pregevoli e meritevoli (per esempio, un opera di Blu che recentemente ha esposto pure nelle gallerie e nei musei newyorkesi). Al Forte non ci sarà forse l’omogeneità qualitativa che ci si aspetterebbe da un museo… semplicemente perché non è e non aspira ad essere un museo. Ma con gli anni e col contributo degli artisti lo sta via via diventando.
    Un abbraccio e speriamo di conoscerti presto in uno dei prossimi eventi del Trauma Studio o al Forte Prenestino. Ciao!

    TRAUMA STUDIO – Roma

  2. Com’era bello prima che qiuei muri venissero imbrattati a mò di pisciatoio. L’arroganza dei privi di talento di lasciare un segno a tutti costi. L’uomo deve distruggere la bellezza a tutti i costi perche non è mai riuscito a possederla.

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